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GESU’ LA STELLA DI ISRAELE

La creatività, l’arte, è una delle facoltà che rendono l’uomo “simile” a Dio Creatore della bellezza originaria del mondo. L’arte è stata uno dei mezzi più efficaci per evangelizzare e per raccontare il Vangelo, sin dalle origini catacombali quando il cristiano condizionato dalla legge di Mosè che proibiva le immagini, si esprimeva per simboli. La raffigurazione di Gesù Bambino in braccio alla madre Maria appare solo nel III secolo nella catacomba di Priscilla per rappresentare la profezia di Balaam (Nm.24,17).Tutta l’arte paleocristiana aveva lo scopo di presentare le profezie che si erano compiute in Gesù.

A partire da quella della Genesi: “Verrà una donna la cui stirpe ti schiaccerà il capo” e Balaam che verso il 1400 a.C.dice: “Io lo vedo, ma non ora, lo contemplo, ma non da vicino; una stella spunta da Giacobbe, uno scettro da Israele” Nel dipinto catacombale accanto a Maria si vede il profeta che indica la grande stella a 12 punte, la stella simbolo messianico:(Is 9,1)“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”

Della nascita di Gesù, avvenuta al tempo della "grande pace Augustea", narrano Luca e Matteo; il racconto dei fatti, come uno stupendo "strip" filmico, costituisce il primo meraviglioso "presepe" della Scrittura. “La fonte cui hanno attinto, come in un alfabeto colorato, gli artisti di tutti i tempi" (Chagall)

Il presepe come lo conosciamo noi apparirà solo secoli più tardi nel secondo millennio, in genere attribuito a San Francesco anche se la sua può meglio definirsi un presepe vivente o sacra rappresentazione. Il primo presepe scultoreo è quello di Arnolfo di Cambio del 1288 in Santa Maria Maggiore a Roma.

A Busca non ci sono raffigurazioni pittoriche del Presepe oltre ai meravigliosi capolavori realizzati dai volontari non i sono dipinti o pale che lo raffigurano. Prevale figurativamente il culto a Maria Madre del Verbo.(Busca Città mariana la definiva don Fino) A Busca sono toponimi mariani (Santa Maria di Bovignano, santa Maria di Attissano, Madonna del Nerone) che, risalenti alla prima cristianizzazione del territorio V-VI sec. si collegano alla proclamazione dogmatica di Efeso del 431. In essa si dichiarava solennemente che Maria era Madre del Verbo incarnato, (non solo dell'uomo Gesù Cristo, come affermava l'eresia di Nestorio) la Vergine era laTheotòkos, la Madre di Dio: “Quando venne la pienezza dei tempi Dio mandò suo Figlio nato da donna” (S,Paolo ai Galati 4,4) A Busca si rappresenta Maria con il Figlio Gesù (la Madonnina, la statua del Clemente La Consolata ecc.) e Maria nell’Annunciazione, nell’Assunzione “.I dipinti a Busca non raffigurano il presepe come ad esempio a Stroppo e altrove, ma preferiscono presentare la Madre col Figlio di Dio, Assunta nella relazione d’amore di Dio nella Trinità. Una immagine presentata nella simbologia che conosciamo: Il Padre col globo o lo scettro, Gesù con la croce, lo Spirito come colomba immersa nella luce. Gesù è l’incarnazione del Verbo in un uomo “nato da donna “E’ qualcosa di sconvolgente il mistero di amore di Dio che viene a farsi uomo come noi in una donna, per amarci per dirci che Dio è Relazione di amore, che viene per morire per noi e risorgere, per dirci che la vita non finisce con la morte ma che vivremo per sempre con Lui Guardiamo a Gesù Bambino nel Presepe e pensiamo pregando a questo mistero di amore di Dio per gli uomini anche per quelli che non l’hanno accettato

Mirella Lovisolo



Le immagini della Madre unita teneramente al piccolo Gesù realizzate dai grandi maestri, ammirate e diffuse, sono diventate il clichè iconografico ripetuto e rielaborato nei mille rivoli della religiosità e della pittura popolare.

(Gal. 4) così scriveva S.Paolo verso il 54 d.C. presentando con immediatezza la definizione della figliolanza divina e umana di Gesù. Queste raffigurazioni diMaria col piccolo Gesù sostituicono a Busca ogni raffigurazione della natività il cui uso



Della nascita di Gesù, avvenuta al tempo della "grande pace Augustea", narrano Luca e Matteo; il racconto dei fatti, come uno stupendo "strip" filmico, costituisce il primo meraviglioso "presepe" della Scrittura. la fonte cui "hanno attinto, come in un alfabeto colorato, gli artisti di tutti i tempi" (Chagall)

 


Il desiderio di raffigurare e di celebrare visivamente la Natività del Signore risale alle origini cristiane. La prima raffigurazione della Natività, la più antica secondo gli studiosi, è quella che compare nel sott'arco di un arcosolio della Catacomba di Priscilla a Roma, risale al III secolo e si riferisce al compimento delle Scritture che il Vangelo di Matteo mette in evidenza, in particolare la profezia di Isaia 1,22-23: "Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele" (Dio con noi)


la colletta che termina  ricordo di qualche azione compiuta da Dio per il suo popolo Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo temina la colletta

  • "Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli";

  • se è rivolta al Padre, ma verso la fine dell’orazione medesima si fa menzione del Figlio: "Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli";

  • se è rivolta al Figlio: "Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli".







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